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La mia ricerca riferisce le debolezze antropiche mediante un linguaggio pittorico che oscilla tra la figura e la gestualità segnico-informale. La rappresentazione dell’impotenza umana in riferimento alle guerre e catastrofi naturali, alle lotte armate urbane, al dolore ed all’attimo che precede la morte, sono le tematiche che analizzo. Ritraggo figure tormentate e scarnificate, sospese in una sorta di spazio non definito, un limbo che li può in qualsiasi momento avvolgere ed ingoiare. Mi interessa quindi esorcizzare la parte oscura della natura umana, stimolare l’osservazione e la coscienza del fruitore. Aspetti essenziali di questo processo sono le dimensioni dei miei lavori, la scelta cromatica e la tecnica;  infatti lavoro prettamente su misure che superano il metro e cinquanta per lato, dipingo solitamente su carta perché ritengo sia un supporto versatile e funzionale ed utilizzo il colore ad olio per le sue proprietà intrinseche. Nero / Rosso è il binomio coloristico che mi rappresenta, questa scelta cromatica è fondamentale e determina il pathos dei lavori, sostenuto dalla componente materica che viene posta per sovrapposizioni e sottrazioni, creando quasi una sorta di pittura braille, dando la possibilità di percepirne anche attraverso il tatto, la struttura compositiva ed emozionale.


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